LA NOSTRA STORIA

La sala del Ballardini dopo l’ammodernamento nel 2016

Le nostre radici

Il 12 settembre 1917 Mons. Pietro Marazza e Giovanni Ruggerone danno vita al Circolo Giovanile cattolico, il quale viene intitolato a padre Lodovico Ballardini, francescano camerese. Sul finire degli anni ’20, grazie a un generoso lascito, viene costruito un oratorio con funzione di teatro per sopperire alla mancanza di una sede stabile: la sala ricavata nel sottopalco, chiamata ironicamente “cantina” per la sua frugalità (è priva anche di riscaldamento!), diventa il centro della vita associativa del Circolo.

Infatti, da questo momento in poi recite teatrali cominciano a essere organizzate con costanza e regolarità, facendo del Ballardini un’incredibile punto di aggregazione per i giovani. Negli anni ’30, il continuo crescere del numero di partecipanti permette la costituzione di una filodrammatica, mentre negli anni ’40 il teatro diviene sede anche del cinema, alimentando il conflitto con il cinemateatro del Comune: i due luoghi vengono presto soprannominati “cinema del Vaticano” e “cinema del Cremlino”. Mentre le proiezioni del Ballardini sono garantite dalla censura, viene guardato con sospetto chi è sorpreso a frequentare il cinema del Comune.

Grazie al successo dell’attività cinematografica, negli anni ’50 viene inaugurato il cinema all’aperto, ospitato nello spiazzo su cui oggi sorge l’oratorio maschile. Nel ’62 il Ballardini viene per la prima volta affidato a Lorenzo Bagnati, il quale nel 1977 cede il testimone a Giuseppe Gallina, detto Franco, al quale è tuttora affidata.

I rapaci invadono il Ballardini

A cavallo del famigerato ’68 il complesso musicale dei Nuovi Falchi si afferma sulla scena artistica camerese riprendendo i gusti canori dell’epoca. A colpire è il nome prescelto: se non è strano un nome legato al mondo animale, che è di moda all’epoca (basti pensare ai Dik Dik o ai Camaleonti), più curioso è l’aneddoto legato all’aggettivo “Nuovi”. Capita infatti ai Falchi, questo il nome di battesimo del gruppo camerese, di imbattersi in occasione di un concorso canoro a Trecate in un altro complesso con lo stesso nome, ma ben più affermato: di qui la decisione di aggiungere l’aggettivo “Nuovi” al nome della band. All’apice del successo, organizzano il primo “Festival Pop” camerese, cui partecipa anche una nutrita banda di bikers pronti ad accamparsi in stile Woodstock.

Accanto ai Nuovi Falchi si addensa a poco a poco un gruppo di giovani oratoriani che, accanto alla band, si propongono in sketch televisivi in un’epoca in cui la televisione è ancora poco diffusa. Piano piano il gruppo di non-musicisti cresce sempre di più, fino ad arrivare alla realizzazione di progetti teatrali più impegnativi: nel 1974 si assiste infatti alla rappresentazione delle due farse tipiche del teatro piemontese “Drolarie” e “Le miserie ‘d Monsù Travet”.

Recitando per trucchetti

Grazie a queste rappresentazioni, viene delineandosi un vero e proprio gruppo accanto ai Nuovi Falchi, ma è solo negli anni Ottanta che questo impone la propria identità: Il Nostro Piccolo fu il nome scelto. Ricorrendo di tanto in tanto a qualche “trucchetto”, come quello di recarsi nei teatri con un registratore in tasca, per poi sbobinare il registrato e scrivere le battute a mano su vecchi block notes, la nuova compagnia cresce lentamente fino a conoscere il successo e consenso della cittadinanza. Il 12 marzo 1982, infatti, viene inaugurato il nuovo palco del teatro mettendo in scena “Il Malato Immaginario” di Molière: in quest’occasione Il Nostro Piccolo si fa conoscere anche oltre i confini del paese. Spaziando tra commedie ispirate dalla televisione fino a spettacoli ben più impegnati e impegnativi, la compagnia prosegue il suo cammino per un’altra decina d’anni arrivando a proporre anche due spettacoli per stagione.

I ragazzi sprecati

Negli anni Novanta si assiste a un’ulteriore svolta con la comparsa in scena dei Matai Zartai, ragazzi sprecati in dialetto camerese. Raccogliendo la decennale eredità de Il Nostro Piccolo, alcuni suoi giovani elementi accomunati da una passione viscerale per il teatro decidono di dare nuovo vigore all’attività teatrale dell’oratorio, ambiente nel quale sono cresciuti in un clima di amicizia condividendo ideali, aspirazioni ed esperienze. L’originalità è il loro punto di forza.

“La fiaba di Natale” di Charles Dickens è la prima rappresentazione nel dicembre 1995 e da lì inizia una lunga strada in cui si affiancano rappresentazioni teatrali, musical, opere cinematografiche e attività di animazione in paese. Itinerando con i loro spettacoli nel novarese, forse ciò per cui i Matai Zartai sono maggiormente ricordati a Cameri sono le opere sul grande schermo, tutte all’insegna della comicità: “Titanic… O quasi” nel 1999, “Pretty Oman – Ragazzo delizioso” nel 2001 e “Odissea” nel 2005.

Il terzo millennio

È il 27 febbraio 2016 quando alle ore 21 le luci frontali si accendono e I Fuori Scena si esibiscono con “Baciami, taggami, ma non condividermi”: una serata indimenticabile per il Ballardini, che da quasi dieci anni vedeva inutilizzato il proprio palco. All’interno della rassegna “ASSAGGI – Verso il teatro”, il primo spettacolo viene accompagnato da altri due, “Veleno a fin di bene!” de L’Arcano e “Caos in scatola – agitare prima dell’uso” dei (TRAPARENTESI), raggiungendo l’incredibile traguardo del sold out per ciascuna delle tre serate. Un successo insperato che ha saputo gratificare mesi di lavoro di un inusuale gruppo di giovani con il sogno di far rivivere il teatro a Cameri nel luogo in cui gli è proprio: il Ballardini.

Il gruppo di ventenni denominatosi Be Young Cameri, nato nel contesto del tutto differente di una festa di Halloween nell’ottobre 2014, si consolida nel 2015 organizzando la caccia al tesoro “Cameri in una notte” per le vie del paese in occasione della notte bianca estiva.

È così che nell’autunno di quell’anno sorge l’idea di rivolgere anche al CinemaTeatro del paese l’invito che è motto del gruppo, ossia quello di essere giovani sempre. Da quel momento l’attività di Be Young Cameri non conosce momenti di sosta: dopo la già citata “Assaggi” della primavera 2016, il gruppo propone altre due rassegne teatrali denominate “Gravità Zero – Teatro in orbita” e “Safari – Esemplari di teatro” per gli anni successivi.

Parallelamente al progetto delle rassegne teatrali, i giovani si lanciano anche nella mostra “Ballardini tra passato e futuro”, la quale culmina in una commovente serata con i grandi artisti del passato di nuovo riuniti sul palco del CinemaTeatro, e in un corto cinematografico intitolato al personaggio fittizio Sir Matthew Ballards, annunciatore della rassegna “Safari”. Ultima novità del 2018 è “Ciapala”, lo spettacolo teatrale del tutto originale per il quale si sono messi in gioco proprio i giovani gestori del teatro.

 

Grazie all’aiuto di sempre nuovi giovani, chissà quali altre sorprese riserverà il CinemaTeatro Ballardini!

Si ringraziano

Per la memoria storica: Francesco Borrini, Sonia Grigolon, Luigi Messaggi.

Per la ricerca: Maria Antonietta Bragoni, Giovanni Ipavech, Simone Zatti.

Per il testo e l’impaginazione: Cristopher Bagnati, Giulia Bergantin, Alessia Carta, Chiara Colosimo, Cecilia Galloni, Andrea Lapaglia, Marco Mondadori.